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MEDEA

Dario D’Ambrosi e il suo “Teatro Patologico” portano in scena una particolarissima versione della Medea di Euripide, a conclusione di un intenso e riuscito percorso teatrale, quello della scuola di formazione teatrale per ragazzi diversamente abili “La Magia del Teatro”, che ha coinvolto circa cinquanta ragazzi disabili psichici e fisici di tutte le zone di Roma.

L’adattamento di D’Ambrosi, con la partecipazione di tutti i ragazzi e di attori professionisti, tra cui Celeste Moratti (nel ruolo di Medea) ha posto come elemento centrale dello spettacolo il rapporto tra corpo e linguaggio: un corpo che si fa lingua e comunicazione, grazie all’importantissimo ruolo che ricoprirà la musica dal vivo; ed il linguaggio assume sostanza soprattutto attraverso l’uso del greco antico. Infatti lo spettacolo prevede sia l’uso dell’italiano che del greco antico (risultato di un attento lavori di studio e consulenze filologiche).

Ciò che ha delineato i diversi momenti e quindi il diverso uso delle due lingue è proprio l’emozionalità, i diversi stati emotivi che caratterizzano questa violenta quanto commovente storia. La musica dal vivo accompagna i momenti in greco antico, non come semplice tappeto musicale ma come vero e proprio intervento corporeo ad arricchire, completare le suggestioni che saranno evocate da un lingua così antica e musicale; l’italiano invece è lasciato al silenzio, all’assenza di musica, a quella carica di suggestioni ed emozioni che sono presenti nei monologhi di Medea quanto nei rapidi e intensi scambi di battute.

La scelta del testo ed il successivo lavoro di sperimentazione dimostrano che la scuola (e quindi anche lo spettacolo conclusivo) non è stata una forma di terapia a cui i ragazzi sono stati sottoposti, ma una fantastica possibilità di espressione artistica ed emotiva, un luogo di aggregazione e di formazione entusiasmante in cui giocare e divertirsi sul serio, in cui i ragazzi disabili hanno potuto sentirsi ed essere finalmente protagonisti.

 

“L’artista è sempre stato il profeta dell’umanità ed è evidente dagli scritti dei nuovi scrittori che, per sopravvivere, la società deve essere orientata a esercitare al massimo l’immaginazione”

Ellen Stewart

Lo spettacolo “Medea” è un vero e proprio “tour de force” emotivo, “un’azione violenta e concentrata, una forma di lirismo che suscita immagini soprannaturali, un’emorragia di immagini, un getto sanguinante di immagini, sia nella testa del poeta che nello spettatore” come voleva Antonin Artaud per il quale il teatro è gravità e pericolo, dove il pubblico non deve assistere senza sentirsi pronto ad essere assaltato e profondamente cambiato da questa esperienza.

Questo spettacolo sarà per gli attori speciali di Dario D’Ambrosi una fantastica possibilità di espressione artistica ed emotiva, un luogo di aggregazione e di formazione entusiasmante in cui giocare e divertirsi sul serio, con i ragazzi disabili indiscussi protagonisti. Camminerà fino a New York lungo la IV strada (che verrà presto ribattezzata Ellen Stewart dal sindaco Michael Bloomberg) per arrivare al Festival per i 50 anni del teatro Cafè La Mama, dove D’Ambrosi ha debuttato e si è formato artisticamente.

Qui metterà in comunicazione due mondi, quello italiano e quello americano, per certi aspetti distanti tra loro, per creare un varco produttivo tra New York e Roma che possa rilanciare la cultura italiana in un progetto artistico ‘d’incontro’.